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Una perdita irrecuperabile e incommensurabile (18.01.2009)


   
Come molti studiosi sanno la mattina del 30 settembre 1943 tre militari germanici, forse su ordine del loro locale comando, appiccarono il fuoco alla villa Montesano a San Paolo Belsito, a trenta km da Napoli nel nolano. Qui su iniziativa del direttore Riccardo Filangieri era stato trasportato il materiale archivistico più prezioso dell'Archivio di Stato di Napoli con l'intento di preservarlo dai bombardamenti: tutti i 378 registri in pergamena della cancelleria angioina, la cancelleria aragonese, 54372 pergamene medievali provenienti da tutto il Mezzogiorno e tanti altri preziosissimi documenti. Resisi conto del contenuto i tedeschi - stranamente - decisero di distruggere tutto. In pochi minuti gran parte della storia del Mezzogiorno (o meglio gran parte delle fonti necessarie alla sua ricostruzione) andò in fumo per sempre. Ironia della sorte ciò che rimase a Napoli, nel complesso, non subì danni.

    Tutti gli studiosi sanno che così si è rimasti essenzialmente privi della possibilità concreta di ricostruire il nostro medioevo.

Nei link che accludo potrete leggere in un pdf come andarono in dettaglio quei tragici fatti e l'inventario del materiale perduto.

http://www.archivi.beniculturali.it/Biblioteca/DanniGuerra/08_AdS_MO_PA.pdf

http://www.archivi.beniculturali.it/Biblioteca/RFArchivi1946/023_PartePrima_App11.pdf

    Questo fu l'ennesimo "regalo", fra i tantissimi, che lo stato unitario italiano e la sua scellerata politica produsse al Mezzogiorno, in questo caso alla sua cultura, alla sua memoria storica.

    Già perché sarebbe troppo facile prendersela esclusivamente con la rappresaglia dei militari germanici, dimenticando quale regime nostrano aveva voluto quella guerra e come questa si stava svolgendo.

    L'idea poi del Filangieri di allontanare da Napoli i documenti più preziosi per collocarli in una villa isolata, tra l'altro posta su un colle, sebbene col senno di poi, non mi sembra decisamente azzeccata. Forse sarebbe stato meglio ricoverare quel meraviglioso materiale nel sottosuolo della città disperdendolo in più siti, piuttosto, che concentrarlo in un'unicas sede esposta alle scorribande delle piccole pattuglie germaniche che infestavano la campagna nolana.
 

Sebbene la buona fede del Filangieri e le sue ottime intenzioni siano fuori discussione, il problema è che decisioni così importanti avrebbero dovuto essere prese in modo diverso. Egli non doveva essere lasciato solo nel determinare talune scelte.

    Ancora oggi lo stato italiano sottovaluta ampiamente gli aspetti legati agli archivi e la loro rilevanza. Molti di questi enti sopravvivono appena a causa dell'esiguità dei fondi loro destinati dal bilancio statale. Uno stato che attribuisce così poca importanza a questa materia (cioè alla conservazione della memoria del passato) di fatto finisce per compromettere, alla distanza, il proprio futuro, la sua stessa sopravvivenza.


    Insomma tra fattori generali e scelte forse non del tutto felici da parte delle nostre autorità, la frittata fu completa ed i danni irreparabili.

    Il risultato ci lascia sgomenti: quel conflitto, oltre alle incommensurabili e ben più gravi perdite dal punto di vista umano, ha comportato un danno culturale senza confini per chi ha a cuore il Sud della Penisola.

Nel leggere con attenzione i pdf di cui ai links segnalati, dovremmo tutti meditare su ciò che il Sud e noi abbiamo perso quel 30 settembre 1943 e sulla difficoltà e talvolta l'impossibilità di ricostruire una storia smarrita per sempre.

 

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